John Von Neumann
Contributo all'informatica
Nel 1944 venne a conoscenza da un suo collega, Herman Goldstein, impegnato anch'esso nel Progetto Manhattan, dei tentativi effettuati presso il laboratorio balistico di costruire una macchina capace di trecento operazioni al secondo. Von Neumann ne fu profondamente colpito e vide nuovi e affascinanti scenari.
Il primo incontro con un calcolatore fu poco tempo dopo, con la macchina Harvard Mark I (ASCC) di Howard Aiken, costruita in collaborazione con l'IBM; poi conobbe ENIAC (Electronic Numerical Integrator And Computer) presso il Ballistic Research Laboratory, un ammasso enorme di valvole, condensatori e interruttori da trenta tonnellate di peso, costruita da Prosper Eckert e John Mauchly.
Questo primordiale computer era utile nei calcoli balistici, meteorologici o sulle reazioni nucleari, ma era una macchina limitata, quasi priva di memoria e di elasticità, che eseguiva solo operazioni predeterminate. Per migliorarla bisognava utilizzare l'intuizione avuta da Alan Turing una decina d'anni prima nel suo articolo sui numeri computabili, cioè permettere al computer (l'hardware) di eseguire istruzioni codificate in un programma (software) inseribile e modificabile dall'esterno. Nel 1945 pubblicò come frutto di questi studi First Draft of a Report on the Edvac.
L'EDVAC (Electronic Discrete Variables Automatic Computer) era la prima macchina digitale programmabile tramite un software basata su quella che fu poi definita l'architettura di von Neumann. Il merito dell'invenzione, oltre che allo scienziato ungherese, va ad Alan Turing (per l'idea: l'EDVAC, a dispetto della propria memoria finita, era la realizzazione della macchina universale inventata da Turing nel 1936, un computer programmabile nel senso moderno del termine) e ad Eckert e Mauchly (per la realizzazione).